Le tariffe dei dentisti - Perché sono elevate?

 

Perché i costi delle cure odontoiatriche sono elevati?

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Articolo a cura del dentista Dott. Marzio Lenzi - Via Paolo Uccello, 8 - Milano

Il costo delle cure odontoiatriche è importante sia perché comprende (pro quota) i costi che il dentista ha già speso per raggiungere quel grado di conoscenze, di professionalità e di capacità, sia perché comprende i costi di materiali di qualità e di procedure sofisticate integrali, sia perché comprende tutti gli altri costi di aggiornamento, di gestione, di studio, di personale, di burocrazia, di imposte dirette e indirette, etc.

sorriso dentista

 

A tal proposito è interessante osservare (a prova che i costi odontoiatrici intrinseci sono elevati di per sé) che i costi che lo Stato sostiene, per le cure odontoiatriche nelle strutture pubbliche – indipendentemente dai casi di mala-gestione (vedi il recente scandalo dell’odontoiatria pubblica lombarda) –, sono elevatissimi e ben superiori (a parità di prestazione) a quelli privati.

Solo che il pubblico non se ne accorge e non lo sa, perché paga solo il ticket sanitario, e tutti noi, con le tasse, paghiamo la differenza.

Anche le Case di cura private, nella loro organizzazione, preferiscono dedicare spazi ad altre specializzazioni piuttosto che all’odontoiatria, perché in confronto sono più redditizie. Solo per ragioni di marketing e di prestigio, valutano se aprire reparti di odontoiatria.

D’altronde, il recente scandalo dell’odontoiatria lombarda è un’ulteriore prova che senza intrallazzi e tangenti sottobanco è impossibile fornire prestazioni odontoiatriche a basso prezzo se non vi è la connivenza di un mancato controllo di qualità.

Anche l’esperienza delle catene low-cost (vedi l’altro scandalo di Vitaldent), dimostra che le tariffe a basso costo nascondono insidie o addirittura truffe conclamate. E d’altro canto, da sempre è risaputo che la qualità costa, e in campo sanitario ancora di più, considerata la delicatezza della tutela della salute pubblica.

Un conto è evitare gli sprechi (che sono frequenti nella sanità pubblica) e razionalizzare le risorse, un altro è impoverire le prestazioni mediche e odontoiatriche per farle costare meno, a scapito della sicurezza e della salute dei pazienti inconsapevoli.

In definitiva è importante ricordare che il medico-dentista non vende otturazioni e corone, ma offre una prestazione professionale che mira alla diagnosi e alla cura di patologie della bocca.
E invece, purtroppo, in molti casi, le cure dentistiche sono viste come un taglio di capelli, senza considerare che sono un atto medico e chirurgico, con moltissime implicazioni per la salute generale oltre che per quella orale.

Tanto è vero che in Italia si sono diffusi gli studi e le catene low-cost, e ci sono persone che praticano il turismo odontoiatrico nei paesi dell’est, illudendosi di trovare buone prestazioni a basso prezzo!? Incredibile.

Cerchereste dove fare l’operazione alla cistifellea a basso prezzo? O cercate un bravo chirurgo che vi dà fiducia? Preferite fare la cataratta lowcost in Croazia o cercate un bravo chirurgo dell’occhio? Preferite mettere un pacemaker cinese a basso prezzo o uno di qualità più costoso?

Se pensate che i prezzi siano elevati, leggete le spiegazioni qui sotto, o venite in studio a parlare con i nostri pazienti dei risultati ottenuti con prestazioni di qualità. Per ragioni di privacy non possiamo dirvi i loro nomi, ma se venite in studio, ben volentieri vi facciamo parlare con loro.

Il prezzo delle cure dipende da molteplici fattori, estremamente variabili, in relazione a:

A) Il tipo e la qualità dei materiali usati.

Solo per fare un esempio eclatante, in Italia sono commercializzati oltre 300 marche di impianti, di svariata provenienza, la maggior parte fabbricati all’estero (anche cinesi, indiani, pakistani e coreani) e alcuni in Italia stessa, dal costo variante da circa 20 euro (il costo di una vite in acciaio speciale inossidabile Aisi 316 acquistabile dal ferramenta!!) a oltre 780 euro per ogni impianto.

Al costo dell’impianto devono poi essere aggiunti i costi delle altre componenti per inserirlo e per usarlo come base di una corona (modelli, dime, frese, montatori, analoghi, perni-moncone, etc.), che spesso equivalgono al costo dell’impianto.

Ovviamente le ditte serie e certificate nella produzione di tali impianti, si fanno pagare anche la ricerca che precede e accompagna lo sviluppo degli impianti stessi, le sperimentazioni in laboratorio e poi universitarie, la promozione, la distribuzione, i convegni, etc.

 E solitamente, tranne casi estremi, il costo è direttamente proporzionale alla qualità, all’affidabilità e alla sicurezza. Che si traducono in maggiori probabilità di riuscita, in migliore guarigione, in minori casi di complicanze, in minor rischio per la salute generale.

Queste considerazioni valgono per ogni altro materiale usato. Per fare un altro esempio, vi sono alcuni cementi e materiali compositi il cui costo può variare da alcune decine di euro all’etto, a un costo ben superiore – al grammo – a quello dell’oro.

Quindi è facile comprendere che usare un materiale buono o un altro scadente (e di questo il paziente non può accorgersi), fa una grande differenza di costi e di prezzo finale.

B) La tipologia di procedura adottata.

Per fare le stesse cose – un’otturazione, una corona, un impianto – esistono differenti livelli di procedure cliniche, chirurgiche, protesiche.

In diversi casi la differente scelta può (o deve) essere dettata da ragioni cliniche, ma potrebbe anche essere guidata da inopportuni criteri d’ingannevole economicità nello svolgimento del lavoro, anche quando tali semplificazioni vanno a discapito dell’efficacia, della durata, o peggio, della sicurezza e della salute del paziente.

Per fare un esempio, basterebbe saltare alcuni passaggi (peraltro indispensabili) nella procedura di esecuzione di un’otturazione o d’inserimento di un impianto (disinfezione, sterilizzazione, isolamento, protezione dei tessuti vitali, raffreddamento, gradualità, etc.), per ridurre drasticamente i costi vivi e i tempi di esecuzione, che ovviamente incidono anch’essi sui costi finali.

C) La professionalità e la competenza dell’operatore.

La durata del corso di studi universitari (ricordiamoci che per fare il dentista ci vuole la laurea universitaria), dipende dal tipo di iter intrapreso dopo il liceo o la scuola secondaria superiore: 1) corso di laurea in odontoiatria, della durata di cinque anni; 2) corso di laurea in medicina e chirurgia, della durata di sei anni; 3) corso di laurea in medicina e chirurgia più corso di specializzazione in odontoiatria, della durata tra otto e undici anni; etc.

Tutti questi anni universitari hanno costi rilevanti che, almeno in parte, dovrebbero essere recuperati e ricompresi – pro quota – nei costi delle prestazioni.

Sulle capacità e sul know-how dell’operatore influiscono poi, ovviamente, le abilità manuali, la volontà di aggiornamento continuo e costante anche oltre le norme di legge, l’esperienza sul campo e quindi l’anzianità di professione, l’attenta valutazione generale delle patologie anche non strettamente odontoiatriche, etc.

Tra l’altro, in uno Studio serio e affidabile, il dentista titolare è sempre lo stesso per ogni paziente, e così deve essere per poterne avere sempre presente il quadro clinico e anche per gli aspetti medico legali connessi alla responsabilità civile e penale nei confronti del paziente per eventuali imperizie, imprudenze e negligenze.

Non così avviene nei megastudi e nelle catene odontoiatriche dove spesso si alternano medici diversi, spesso inesperti e alle prime armi, quando non disperati sottopagati, ai quali, nel caso, è difficilissimo accollare responsabilità oggettive, perché indefinibili o collegiali.

E infatti, un altro aspetto da considerare sono gli elevati costi che il medico dentista sostiene per le assicurazioni obbligatoriamente da stipulare a tutela dei propri pazienti.

A questo proposito è interessante fare una precisazione, poiché a volte qualche paziente fraintende le finalità di tali assicurazioni e crede che le stesse e il cosiddetto “consenso informato”, che si deve sottoscrivere prima dell’inizio delle cure, siano una manleva di responsabilità da parte del medico.

È vero esattamente il contrario, ovvero che il medico è e rimane oggettivamente e personalmente responsabile per ogni atto compiuto (o non compiuto) nei confronti del paziente, qualunque cosa egli abbia firmato.

Il consenso, dichiarando che il paziente è stato messo al corrente delle possibilità e dei limiti della cura, non riduce di nulla le eventuali responsabilità civili e penali del medico. Cosa che, nel caso delle catene low-cost, è praticamente impossibile da provare.

D) Vi sono poi le componenti che incidono in tutte le attività.

Il territorio, la posizione, il tipo di studio, la dimensione dello studio, se è monoprofessionale o multi professionale, studio associato o poliambulatorio, i costi di gestione di base, etc.

Se per Voi quello che conta è il prezzo e non la qualità della prestazione e la serietà e professionalità del medico dentista, troverete molti studi in Italia – e non solo in Croazia o in altri paesi dell’Est – per avere pseudo-cure a basso o bassissimo prezzo.

Alcuni esempi di prezzi praticati dal nostro studio dentistico di Milano

Una otturazione può costare da 82 a 248 euro, a seconda dell’estensione, della profondità e della posizione della carie e del dente cariato, della proprietà dei materiali impiegati e delle procedure utilizzate.

Un impianto può costare da 688 a 1482 euro, a seconda del tipo di impianto utilizzato e della procedura chirurgica e protesica adottata.

Non abbiate esitazioni a fissare un appuntamento per una prima visita, al fine di valutare con precisione e senza impegno i costi per risolvere in modo ottimale il vostro problema.

 

 

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